venerdì 28 settembre 2007

Grattacielo Pan Am



Se andate a New York e cercate il Pan Am Building, non lo troverete. Il motivo è molto semplice: il Pan Am Building oggi non esiste più. Questo almeno ufficialmente, in quanto la famosa torre ottagonale che ospitava una volta la sede della Pan Am ha, ormai da diversi anni, cambiato nome e adesso si chiama MetLife Building. L’edificio – imponente, massiccio, dominante, inconfondibile - quello però è rimasto lo stesso sin dal 1963, l’anno della sua inaugurazione. Di seguito, concedetemi un tocco di nostalgia, continueremo a chiamarlo il Grattacielo della Pan Am.

NASCITA DI UN'ICONA
Alto 246 metri, disposto su 58 piani, il palazzo fu inaugurato il 7 marzo 1963. All’epoca, stabilì un record: era infatti il più grande palazzo al mondo ad uso esclusivamente commerciale. I suoi uffici erano occupati dalla Pan Am (che era anche la proprietaria dell’intero edificio) e da numerosi altri affittuari business. Il progetto fu sviluppato a partire dal 1958 dallo studio Emery Roth & Sons, con la collaborazione degli acclamati architetti Walter Gropius e Pietro Belluschi. L’edificio pensato in origine da Emery Roth & Sons era di più modesta entità rispetto al risultato finale ed aveva anche una visibilità diversa, in quanto era allineato lungo Park Avenue in direzione nord-sud. L’intervento di Gropius e Belluschi modificò radicalmente il progetto, conferendo al palazzo la sua caratteristica forma di un ottagono schiacciato ed il suo vistoso allineamento est-ovest attraverso Park Avenue. Segno distintivo inconfondibile del grattacielo era la presenza, in cima, su tutte e quattro le facciate, dei simboli della Pan Am. La scritta Pan Am campeggiava trionfale sulle facciate nord e sud, mentre le facciate est e ovest ospitavano il grande logo della società a forma di globo.

CAMBI DI PROPRIETA'
Nel 1981 la Pan Am vendette il grattacielo che portava il suo nome alla società di assicurazioni MetLife, per la (allora) cifra record di 400 milioni di dollari. La decisione fu conseguente alla crisi che aveva colpito la compagnia aerea negli anni ‘70 ed alla necessità di monetizzare alcuni dei suoi assets. L’accordo di vendita stabilì che la Pan Am avrebbe continuato ad occupare i propri uffici all’interno del palazzo con un canone di affitto scontato rispetto al prezzo di mercato (circa il 30% in meno); stabilì inoltre che il nome e il logo Pan Am sarebbero rimasti inalterati sull’edificio. Così, per tutti gli anni ‘80, il palazzo continuò a chiamarsi ufficialmente Pan Am Building anche se la Pan Am non ne era più la proprietaria. Nel 1991, quando la Pan Am cessò le operazioni e lasciò vuoti gli uffici, la MetLife provvide a cambiare le insegne del palazzo, rinominandolo ufficialmente MetLife Building. Nel 2005 la MetLife, a sua volta, ha venduto il grattacielo (che continua a chiamarsi MetLife Building) al gruppo immobiliare Tishman Speyer Properties (colosso immobiliare statunitense che ha in portafoglio, tra gli altri, il Chrysler Building e il Rockefeller Center).

IL PIU' ODIATO DAI NEWYORKESI
Fin dalla sua nascita il grattacielo Pan Am vanta un singolare primato, che è quello di essere il palazzo che i newyorkesi maggiormente detestano. Nel 1987 un sondaggio del periodico New York mise il grattacielo Pan Am al primo posto tra gli edifici che gli abitanti della Grande Mela vorrebbero veder demoliti. Tra i motivi di una così profonda antipatia vi è sicuramente la sua posizione. Il Pan Am sbarra infatti a metà Park Avenue, bloccando la visuale della celebre via ed oscurando, con la sua sagoma massiccia e poderosa, altri raffinati palazzi circostanti, in particolare l’Helmsley Building. A dispetto dell’opinione dei newyorkesi, il Pan Am Building è sempre stato un indirizzo estremamente ambito da imprese e studi professionali. Prestigio e comodità sono i fattori alla base della scelta di avere la sede della propria attività in questo grattacielo. Prestigio, in quanto il Pan Am rimane uno degli edifici più famosi ed immediatamente riconoscibili dello skyline di Manhattan. Comodità, in quanto si trova subito a ridosso della stazione ferroviaria, il Grand Central Terminal.

IN VOLO SOPRA MANHATTAN
Una delle caratteristiche peculiari del Pan Am Building era la presenza sul suo tetto di un eliporto, la qual cosa rese possibile il suggestivo servizio di collegamento via elicottero tra il centro di New York (rappresentato appunto dal Pan Am Building) e i principali aeroporti cittadini. Il servizio veniva fornito da due compagnie: la Pan Am stessa e la New York Airways. Gli elicotteri utilizzati erano in grado di ospitare fino a trenta passeggeri. Il servizio fu attivo tra il 1965 e il 1968 e poi ancora, per un breve periodo, nel 1977, quando un tragico incidente ne causò la definitiva sospensione.

TRAGEDIA AL GRATTACIELO PAN AM
Il 16 Maggio 1977, alle ore 17.35, un incidente, tanto drammatico quanto spettacolare, vide per protagonista un elicottero della New York Airways, proprio mentre si trovava parcheggiato sul tetto del palazzo della Pan Am e stava imbarcando passeggeri, con le pale rotanti in funzione. Quattro passeggeri erano già a bordo (assieme ai tre membri dell’equipaggio) ed altri stavano per imbarcarsi quando, improvvisamente, il carrello di atterraggio destro dell’elicottero collassò. L’elicottero si piegò sulla destra e le pali rotanti in movimento colpirono alcune delle persone che si apprestavano a salire, uccidendone quattro e ferendone gravemente una quinta. Inoltre, una delle pale si staccò dall’elicottero e si spezzò in due; una delle due metà volò per un paio di isolati e precipitò a terra, all’incrocio tra Madison Avenue e la 43esima Street, provocando la morte di un passante e il ferimento grave di un altro.
Non è questo l’unico fatto di cronaca drammatico legato al Pan Am Building. Due anni prima, per l’esattezza il 3 febbraio del 1975, ci fu un altro episodio scioccante. Eli M. Black, all’epoca proprietario e amministratore delegato della United Brands Company (oggi Chiquita Brands International), frantumò con la valigetta una finestra del suo ufficio al 44° piano e si lanciò nel vuoto, trovando la morte sulla sottostante Park Avenue. Una successiva indagine della Sec (la commissione americana per il controllo delle attività di Borsa) volta ad investigare i motivi del suicidio di Eli M. Black rivelò l’esistenza dello scandalo noto come Bananagate, ovvero il pagamento, da parte della United Brands Company, di ingenti somme di denaro al presidente dell’Honduras in cambio di una forte riduzione delle tasse che il Paese applicava sull’esportazione delle banane.

AL CINEMA
Il grattacielo Pan Am è apparso in diverse opere cinematografiche.
Nel film del 1968 “L’uomo dalla cravatta di cuoio” (regia di Don Siegel), il protagonista, uno sceriffo dell’Arizona interpretato da Clint Eastwood, arriva a Manhattan atterrando in elicottero sulla sommità del Pan Am Building.
Nel film del 1998 “Godzilla”, il palazzo della Pan Am è devastato dal passaggio di Godzilla, che impazza per New York e scava un gigantesco buco all’interno dell’edificio.