sabato 29 settembre 2007

Empire State Building



Scrivere dell’Empire State Building non è impresa esente da rischi. Primo rischio: l’eccessiva lunghezza del racconto. Traduzione: qui si parla del re dei grattacieli e i fatti da narrare sono inevitabilmente tanti. Secondo rischio: la banalità. Traduzione: come se non bastasse, molti di questi fatti sono probabilmente già noti ai più.
Proveremo a correre questi rischi, invocando fin da subito la clemenza del lettore.

I NUMERI DELL'IMPERO
Come ogni grattacielo che si rispetti, anche l’Empire State Building ha la sua personalissima carta d’identità. E si tratta di numeri mozzafiato.
Altezza 449 metri, disposti su 102 piani; superficie complessiva di 204.385 metri quadrati; peso complessivo di circa 370.000 tonnellate. 6500 finestre; 73 ascensori; 1000 aziende ospitate (con tanto di codice postale personalizzato del palazzo). E’ stato per oltre 40 anni l’edificio più alto del mondo (dal 1931, quando fu inaugurato, al 1972, anno del completamento della Torre Nord del World Trade Center). E’ attualmente, dall’11 settembre 2001 e dalla scomparsa delle Torri Gemelle, l’edificio più alto della città di New York.

SFIDA AL VERTICE
All’origine dell’Empire State Building c’è una storia fatta di umane passioni, di ambizioni sfrenate, di desiderio assoluto di primeggiare. Una sfida tra individui per la conquista del cielo, senza vincoli, senza limitazioni.
Questa competizione affonda le sue radici negli anni venti, l’epoca del boom immobiliare e dello sviluppo in verticale della città di New York. Sul finire di quell’epoca parte la gara suprema per il premio più ambito: il titolo di grattacielo più alto della città. I principali competitors sono tre: il 40 Wall Street (oggi Trump Building); il Chrysler Building (voluto e finanziato da Walter Chrysler, magnate dell’omonima casa automobilistica); l’Empire State Building.
Com’è noto, a vincere è l’Empire State Building (anche se al Chrysler Building viene da sempre riconosciuto un altro titolo, quello di grattacielo più elegante). Costruttore e finanziatore dell’Empire State Building è John J. Raskob, uomo d’affari e dirigente, direttore finanziario di società quali Du Pont e General Motors. Al suo fianco, nel ruolo di presidente della società di costruzione, l’ex governatore dello stato di New York, Alfred E. Smith. Il grattacielo, in stile Art Deco, è progettato dallo studio di architettura Shreve, Lamb e Harmon in appena due settimane. Eccezionale, poi, la rapidità a livello realizzativo: l’intero edificio viene costruito in appena 410 giorni, grazie al lavoro - indefesso, coraggioso, mai abbastanza lodato - di 3400 operai, autentici eroi del cielo.
Il 1° maggio 1931 è il giorno dell’inaugurazione. L’apertura ufficiale dei battenti avviene con una cerimonia solenne, durante la quale è il presidente degli Stati Uniti Herbert Hoover ad accendere le luci del palazzo, premendo un bottone da Washington, D.C.
Pensato in un’epoca di grandi affari ma ultimato in piena crisi post-crash borsistico del 1929, l’Empire State Building non ebbe all’inizio, da un punto di vista strictly business, vita facile. Con la Grande Depressione, molti degli spazi uso ufficio del palazzo restarono senza affittuari, la qual cosa gli valse, da parte dei newyorkesi, l’infamante appellativo di “Empty (vuoto) State Building”. In effetti, bisognò attendere gli anni cinquanta prima che l’edificio cominciasse a generare profitti.

UNA TERRAZZA SUL MONDO
L’Empire State Building offre una eccezionale attrazione turistica: grazie ai suoi due osservatori, posti all’86° e al 102° piano, è infatti possibile godere di una veduta impareggiabile.
L’osservatorio all’86° piano è il più famoso; si trova all’aperto, lungo tutto il perimetro del piano, e consente una vista a 360°. L’osservatorio al 102° piano (che per alcuni anni è rimasto chiuso al pubblico e che può ancora temporaneamente esserlo, in giorni di eccessivo afflusso turistico) è più piccolo ed è interamente al coperto. Centodieci milioni di persone hanno finora visitato gli osservatori dell’Empire, inclusi molti personaggi famosi, tra cui la Regina Elisabetta, Lassie e Fidel Castro.

LE MILLE LUCI DI NEW YORK
A partire dal 1964, gli ultimi piani dell’Empire State Building sono illuminati da luci colorate a tema, secondo gli eventi e le ricorrenze. Si tratta di una bellissima attrazione, che solo la notte di New York sa offrire.
I colori scelti per le luci sono i più disparati. Vengono celebrati: feste e ricorrenze (ad es. luci rosse-verdi per il Natale; luci rosse-bianche-blu per il 4 luglio, Festa dell’Indipendenza); grandi eventi (ad es. luci tutte gialle, come le palline da tennis, in occasione degli U.S. Open a Flushing Meadows); occasioni speciali (ad es. luci tutte rosse nel 2004, per i 50 anni della Ferrari in America; luci tutte gialle più recentemente, nel 2007, per i 100 anni dei taxi di New York); vittorie delle squadre sportive di New York (ad es. luci arancio-blu-bianche per i New York Knicks; luci arancio-blu per i New York Mets).

PER AMORE DI LEONA
Nei primi anni ’90 Leona Helmsley fu condannata per evasione fiscale (è passata alla storia una sua frase riportata da una sua ex-cameriera durante il processo: “Noi non paghiamo le tasse. Solo i piccoli pagano le tasse”) e dovette scontare 18 mesi di prigione. Si dà il caso che il devoto marito, Harry Helmsley, celebre tycoon del mercato immobiliare americano, fosse all’epoca il proprietario dell’Empire State Building. Ottuagenario, gravemente malato, profondamente innamorato della sua Leona, Harry Helmsley ordinò che per il giorno dell’ingresso in carcere di Leona le luci del grattacielo più famoso di New York rimanessero spente. Un gesto d’amore e di simpatia verso la propria donna. Così fu, e per un momento lo skyline di Manhattan non sembrò davvero più lo stesso.

SALGO A PIEDI
Ogni anno l’Empire State Building ospita un particolarissimo evento sportivo: l’Empire State Building Run-Up, la corsa a piedi sulle scale del grattacielo, per 1576 scalini, fino al traguardo posto all’86° piano. La competizione fu introdotta per la prima volta nel 1978 e da allora si è sempre regolarmente disputata. L’edizione del 2007 ha visto vincitori, tra gli uomini il tedesco Thomas Dold con il tempo di 10 minuti e 25 secondi, e tra le donne l’australiana Suzy Walsham con il tempo di 13 minuti e 12 secondi.

E VISSERO FELICI E CONTENTI
All’Empire State Building ci si può anche sposare. Ogni anno, nel giorno di San Valentino, 14 coppie si giurano eterno amore e fedeltà in una romantica cerimonia all’80° piano ed entrano così a far parte dell’Empire State Building Wedding Club. Per poter essere tra le coppie selezionate, i futuri sposi devono fare domanda alla direzione del palazzo, spiegando perché desiderano sposarsi proprio all’Empire; le coppie vengono poi scelte sulla base di elementi quali originalità, stile, unicità della loro richiesta e delle loro motivazioni.

L'INCIDENTE NELLA NEBBIA
Sabato 28 luglio 1945 l’Empire State Building fu teatro di un grave incidente. Alle ore 9.49 del mattino, un aereo militare, per l’esattezza un bombardiere B-25, si schiantò contro il lato nord dell’edificio, all’altezza del 79° piano. All’origine dell’incidente, le avverse condizioni meteorologiche, in particolare una nebbia molto fitta, che portò il pilota, il Luogotenente Colonnello William Smith, a scendere di quota per cercare di recuperare visibilità; in questo modo, però, l’aereo finì col trovarsi all’improvviso tra i grattacieli di Manhattan. Dopo aver miracolosamente evitato l’impatto contro altri grattacieli, il B-25 non riuscì a risalire e si scontrò con l’Empire State. Come conseguenza dello schianto, il carburante dell’aereo prese fuoco e divampò un violento incendio, che interessò il piano dell’incidente (il 79°, appunto) e alcuni piani sottostanti, fino al 75°. Ci vollero 40 minuti per domare le fiamme. Nell’incidente persero la vita 14 persone (tra cui i tre militari a bordo dell’aereo). L’edificio peraltro subì danni solo temporanei e non tali da minarne l’integrità strutturale.
E’ in questo drammatico contesto che Betty Lou Oliver, involontariamente, “compì l’impresa” che ancora oggi le vale la presenza nel Guinness dei primati: sopravvisse, all’interno di uno degli ascensori del palazzo, ad un caduta di ben 75 piani!

IL MITO DI KING KONG
L’Empire State Building divenne famoso in tutto il mondo grazie a quella che si potrebbe definire una interpretazione cinematografica d’eccezione. Nel 1933 fu infatti uno dei “protagonisti” del film King Kong. L’immagine dello scimmione che sfida gli uomini e i loro aerei aggrappato alla sommità del grattacielo resta una delle icone della cinematografia mondiale.
Da allora l’Empire State Building è apparso in molti altri film e prodotti di entertainment, incluso un remake dello stesso King Kong, datato 2005 (nell'altro remake, quello del 1976, la scena finale si svolge invece sulle Torri Gemelle del World Trade Center).

IL SALTO DI ELVITA ADAMS
In un episodio della celebre sit-com I Jefferson, George e Louise Jefferson vivono momenti di apprensione perché temono che Florence, la loro simpatica domestica, voglia suicidarsi lanciandosi dall’Empire State Building; così non sarà (in effetti Florence non ne aveva mai avuto l’intenzione) e la puntata finirà come sempre in allegria.
Purtroppo la realtà, come spesso accade, è più amara della finzione. Nel corso degli anni sono più di trenta le persone che hanno perso la vita gettandosi nel vuoto dai piani alti dell’edificio. L’ultimo in ordine di tempo è un avvocato, suicidatosi venerdì 13 aprile 2007 con un volo dal 69° piano. Per fortuna, accanto a coloro che sono morti, ci sono anche alcuni che hanno provato ma hanno fallito nel tentativo.
Il 22 dicembre 1977 un ragazzo di 26 anni, Thomas Helms, si buttò dall’osservatorio all’86° piano, ma lo fece senza imprimere abbastanza forza verso l’esterno e così ricadde subito sotto, sullo spazio all’aperto dell’85° piano, ancora vivo e vegeto.
Più incredibile ancora quel che accadde il 2 dicembre 1979. La ventinovenne Elvita Adams tentò il suicidio lanciandosi anche lei dall’86° piano; questa volta il lancio fu deciso verso l’esterno e sarebbe stato sufficiente a farla arrivare fino al suolo, senonchè un colpo di vento improvviso la prese in volo e la rimbalzò verso l’interno, facendola “atterrare” all’85° piano e salvandole la vita. La signorina Adams se la cavò con una costola rotta.

MEDIA CENTER
L’osservatorio all’aperto, come detto, si trova all’86° piano. Da quel punto in poi, gli ultimi 16 piani dell’Empire State sono occupati dalla Torre a spirale. In origine concepita come attracco per i dirigibili, non venne mai utilizzata con questa finalità. Perlomeno non nel mondo reale. Nel film Sky Captain and the World of Tomorrow, infatti, un enorme dirigibile tedesco Hindenburg sorvola una New York anni trenta ricoperta di neve e si ancora in cima all’Empire State Building. Ma questa è fantascienza.
Nella realtà, la Torre a spirale del grattacielo è utilizzata per un’altra fondamentale funzione: in cima ad essa si trova infatti l’antenna per le trasmissioni radiotelevisive, alta circa 50 metri. Tutte le più importanti tv e radio (inclusi i network CBS, NBC, ABC) trasmettono i loro programmi a New York irradiando da qui il loro segnale.